Indonesia

L’Indonesia è uno dei miei Paesi del cuore. Ci sono stata due volte, per un totale di quattro mesi, soprattutto tra Flores, Bali e Giava.
Lo sapevi che l’arcipelago indonesiano è il più grande del mondo, con circa 17.000 isole? E per viaggiare dalla parte più a est a quella più a ovest ci vogliono ben sei ore di aereo. Più o meno come volare da Roma a Riad, in Arabia Saudita!

Prima volta a Flores

La mia avventura è iniziata con una crociera nell’Oceano Indiano, tutta dedicata alle immersioni. Ed è lì che ho avuto un incontro indimenticabile: ho nuotato con uno squalo balena. La guida ci ha detto che non lo vedeva da otto anni. Potete immaginare l’emozione e la fortuna!
La crociera partiva dall’isola di Flores, in una zona meglio conosciuta come Komodo. Qui vive infatti il famoso drago di Komodo. Il nome sembra uscito da un film fantasy, ma in realtà si tratta di una gigantesca lucertola. Spaventosa lo è davvero: pensate che potrebbe divorare un bambino!

Prima volta a Bali

Dopo Flores, è arrivata Bali: templi, cultura, mare cristallino e… scimmie un po’ dispettose.
L’isola ha davvero mille volti: dalle feste scatenate alle zone più tranquille.

Da qui sono partita anche per le Gili, tre piccole isole molto diverse tra loro: una festaiola, una perfetta per le famiglie e una dedicata al relax assoluto.
Piccola curiosità: in indonesiano “Gili” significa “isola”. Quindi quando diciamo “Isole Gili”… in realtà stiamo dicendo “Isole Isole”!

Il mare è spettacolare: già a pochi passi dalla riva puoi nuotare con pesci coloratissimi e tartarughe, e il tutto con acqua che arriva neanche alle ginocchia.

Un consiglio: se soffri di mal di mare, valuta bene. Il viaggio in barca può essere piuttosto intenso. Le imbarcazioni sono piccole e spesso molto cariche, il mare non sempre è calmo… e se, come è successo a me, i motori decidono di fermarsi a metà traversata, anche i marinai iniziano a preoccuparsi! 😅

In più, i porti non sono sempre veri porti: a volte ti ritrovi a scendere direttamente in acqua con lo zaino in spalla. Un’esperienza particolare, ma non proprio per tutti.
Forse, a questo punto, meglio godersi le spiagge e le località di mare di isole più facili da raggiungere, come Bali e Lombok.

Java e i suoi vulcani

La terza tappa è stata Java. Qui ho visto uno dei vulcani più incredibili di sempre: il Monte Ijen. Immagina delle fiamme blu che escono dalla terra. Per arrivare in cima serve la maschera antigas: i vapori sulfurei sono fortissimi. Dentro il cratere c’è un lago di acqua acida. Suggestivo, ma pericoloso. L’alba dalla cima, però, ripaga di tutto.
In Indonesia capita spesso di alzarsi nel cuore della notte per scalare un vulcano e godersi l’alba con un caffè improvvisato. Quando non ci sono nuvole, lo spettacolo è impagabile.

Seconda volta a Flores

La seconda volta ho deciso di fermarmi più a lungo a Flores, in particolare a Labuan Bajo. Qui ho vissuto la vita del villaggio e conosciuto meglio la cultura locale, quella dei Manggarai, una comunità perlopiù cristiana con tradizioni e balli davvero unici.
Per esempio, ci si saluta stringendo la mano e poi portandola al cuore, in segno di rispetto e fratellanza. Oppure, quando si passa molto vicino a un’altra persona, si tende il braccio verso il basso: un gesto di gentilezza per “separare” e non invadere lo spazio altrui.

A Labuan Bajo ho stretto amicizia con diverse guide indonesiane per le immersioni e, quasi sempre, le nostre serate finivano con una chitarra in mano e un bicchiere di Sopi nell’altra.
Il Sopi è una sorta di gin fatto in casa, venduto dalle famiglie in stand improvvisati lungo la strada, dentro bottigliette di plastica riciclate. Attenzione però: deve essere preparato con ingredienti di qualità e con un processo molto preciso, altrimenti può causare intossicazioni e disturbi. Meglio fidarsi e lasciarlo scegliere alle persone del posto!

Curiosità: sugli stessi cigli della strada, questa volta dentro bottiglie di vetro, si trovano anche bottiglie riempite di benzina. Sono veri e propri mini-distributori improvvisati, comodissimi per un pit stop al motorino e per non rischiare di restare a piedi anche nei posti più sperduti!

Un’esperienza che porto nel cuore

A Labuan Bajo ho conosciuto anche Trash Hero, un’associazione no profit che si occupa di pulire spiagge e promuovere il riciclo. Ho partecipato a diverse iniziative: dall’uso delle borracce al raccogliere rifiuti insieme ai bambini del posto. Ogni settimana organizzavamo una gara di raccolta e intanto scambiavamo parole in inglese e in indonesiano.
Sono stati momenti semplici, ma che mi hanno riempito il cuore.

Se stai pensando di passare da quelle parti, scrivimi pure: sarò felicissima di lasciarti il contatto della referente locale. Un paio di mani in più fanno sempre la differenza quando si parla di prendersi cura del pianeta 🌍💛

E se invece vuoi scoprire l’arcipelago indonesiano in un modo che rispecchi davvero i tuoi interessi e il tuo ritmo, prenota una chiacchierata con me: costruiremo insieme l’itinerario dei tuoi sogni!